Dopo San Francisco, di cui abbiamo diffusamente parlato lo scorso novembre, anche Amburgo, che è la seconda città della Germania, dice addio all’acqua in bottiglia, alle capsule per il caffè, a piatti e bicchieri monouso e sostituisce le “auto blu” con le “biciclette di servizio”. Con queste nuove misure, la città regione che conta 1,8 milioni di abitanti, si pone l’ambizioso obiettivo di diventare un modello per tutta la Germania.
Una serie di misure che s’inseriscono nel quadro più ampio di una vera e propria visione per il futuro della città, la cui amministrazione ha adottato la “Guida per l’approvvigionamento ecologico”, un documento di 150 pagine che descrive minuziosamente gli standard che dovranno essere adottati da parte di tutti gli operatori presenti in città. Finita, dunque, l’era delle capsule del caffè in tutti gli uffici delle pubbliche amministrazioni, così come piatti e bicchieri di plastica monouso, dell’acqua in bottiglia e dei detergenti a base di cloro.
La delibera raccomanda, inoltre, l’utilizzo di “biciclette di servizio” anziché automobili, e abbonamenti al trasporto pubblico per i lavoratori, al fine di diffondere una maggior cultura ecologica.
Purtroppo l’Italia è la nazione europea che consuma più acqua in bottiglia, nonché la terza su scala mondiale, basti pensare che ogni anno vengono acquistate nei supermercati e nei negozi qualcosa come 9 miliardi di bottiglie di plastica all’anno. Un numero monstre, anche in termini di impatto ambientale, visto e considerato che solo una parte delle bottiglie finisce nella filiera del riciclo, mentre il grosso invece finisce nell’indifferenziata, in discarica o negli inceneritori.
Insomma, le bottiglie di plastica inquinano quando vengono prodotte, quando vengono smaltite, e per essere trasportate sugli scaffali dei supermercati: provate a immaginare quanti camion vengono utilizzati per trasportare 9 miliardi di bottiglie in ogni angolo della penisola.
Insomma, quelle adottate dall’amministrazione della città tedesca sono misure certamente stringenti ma che, siamo sicuri, in breve tempo diverranno delle vere e proprie abitudini, come accaduto in Italia nei primi anni duemila quando venne approvata la legge che vieta il fumo nei locali pubblici.
Spiace constatare, però, che il tema non faccia parte dell’agenda politica di casa nostra, come dimostrano i recenti dibattiti delle elezioni amministrative che si sono tenute domenica scorsa in molte città d’Italia.